FATZER FRAGMENT
Fatzer fragment / Getting lost faster
di Bertolt Brecht
traduzione e consulenza drammaturgica: Milena Massalongo
versione per la scena: Magdalena Barile
con (in ordine alfabetico): Matteo Angius, Francesca Mazza, Beppe Minelli, Paolo Musio, Mariano Pirrello, Werner Waas
musiche composte ed eseguite dal vivo: Luca Bergia e Davide Arneodo (Marlene Kuntz)
azioni sceniche e realizzazione oggetti performativi: Alessandra Lappano e Enrico Gaido (Portage)
regia: Fabrizio Arcuri
scene: Gianni Murru
disegno luci: Diego Labonia
video: Lorenzo Letizia
costumi e assistente alla regia: Marta Montevecchi
una produzione del Teatro Stabile di Torino nell’ambito della partnership teatrale con la Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz di Berlino “Fatzer geht über die Alpen”, promossa dal “Fonds Wanderlust” dalla Fondazione Culturale Federale
Il teatro di Brecht potrebbe essere citato nella sua interezza come un esempio di ricerca di percorsi creativi necessari per ampliare le capacità critiche dei soggetti che partecipano allo spettacolo, siano essi attori o spettatori. Questa concezione è espressa in modo radicale nel testo frammentario La rovina dell’egoista Johan Fatzer, al quale Brecht lavorò tra il 1927 e il 1932, scrivendo oltre seicento pagine di appunti che comprendono alcune scene complete, parti del coro, note teoriche e frasi appena decifrabili. Un lavoro imponente, nel quale il drammaturgo tedesco cercò di sviluppare una nuova drammaturgia in cui agisse uno sguardo insieme stupefatto e conflittuale. Fu Heiner Müller che per primo cercò di trarre da questo grande lavoro incompleto uno spettacolo “rappresentabile”, una sorta di lunga suite della rivoluzione necessaria e impossibile, dove vengono rovesciati i grandi temi dell’umanesimo: la fiducia nei riguardi delle “magnifiche sorti e progressive” della società. Solo che l’umanesimo non è rovesciato nel suo contrario, ma in una nuova consapevolezza della catastrofe presente: il comportamento dei protagonisti del dramma ha infatti, come esito finale, la disfatta. È un periodo, insomma, dove le speranze di realizzare “quella semplice cosa così difficile da realizzare” sono ridotte a quasi zero e torna a battere alla porta “la marcia possente delle armate” controrivoluzionarie.
ULTIMO SPETTACOLO
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9 Gennaio 2020
My Arm
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Michele di Mauro per lo spettacolo Confessione