INSULTI AL PUBBLICO (2006)
Insulti al pubblico.
di Peter Handke
traduzione Enrico Filippini
con Daria Deflorian e Pieraldo Girotto
scene e costumi Rita Bucchi
sonoro Dj Rasnoiz
regia Fabrizio Arcuri
una produzione accademia degli artefatti/Area06
in collaborazione con Radio RAI 3
Prima che uno spettacolo è un manifesto: indica contenuti e modi del teatro oggi, su come e cosa si può o si deve comunicare, e sulla condizione attuale del pubblico (borghese). Naturalmente la forza e l’efficacia del testo risentono degli anni trascorsi, ma c’è una vena ironico-polemica che attraversa il testo, e che ha ancora un potere di attrazione molto forte e una possibilità di parlarci in modo vivo e concreto.
Gli attori, come da indicazione dell’autore, si contendono il testo e un megafono e il pubblico. Ma sono alleati e si capisce, e si subisce quest’alleanza come una minaccia.
Prima che uno spettacolo è uno studio, una riflessione esposta e in progress, che in qualche modo interpreta un naturale rifiuto nei confronti del simbolo e della metafora, nei confronti dell’espediente e della verosimiglianza, nei confronti della possibilità stessa di rappresentare.
Nessuna pretesa, non succede nulla e questo nulla non rappresenta nient’altro se non la tortura della parola, di chi la dice e di chi l’ascolta.
“Ho scelto, come da indicazione del testo, di tradurlo in bocca agli attori lasciando che si contendessero le varie parti giacché non esiste una demarcazione tra queste; ho amplificato il gioco di parole intraducibile dal tedesco originato dalla stessa matrice del verbo spiel che accomuna giocare, cantare, recitare, suonare, lasciando che iniziasse un vero e proprio contenzioso tra i due attori e quindi evidenziando un piano privato, in cui i due si altercano contro o a favore di questa o quella questione e un piano rivolto direttamente agli spettatori, utilizzando il megafono.”
Fabrizio Arcuri
Peter Handke (1942), scrittore e drammaturgo austriaco, è ricordato come autore dei romanzi L’angoscia del portiere prima del calcio di rigore (1970) e Falso Movimento (1975), da cui il regista Wim Wenders trae la sceneggiatura per gli omonimi film. Sempre con Wenders, collabora alla sceneggiatura di Il cielo sopra Berlino.
Tra i suoi drammi più rappresentati in Italia, si ricordano Autodiffamazione (1966), L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro (1995) e, appunto, Insulti al pubblico (1966), il suo primo testo teatrale, che l’ha posto da subito all’attenzione di pubblico e critica.
“[…] un continuo via vai, un entrare e uscire, un prendere le distanze, in modo ironico o disperato, dalla possibilità stessa di una rappresentazione.”
Andrea Porcheddu , DelTeatro.it, 26 gennaio 2006
“Un testo teatrale apparentemente datato può ancora servire se opportunamente rinvigorito da un lavoro di riscrittura e messa in scena? Sembra proprio di sì.”
Giulio Castelli, Liberazione, 21 gennaio 2006
di Peter Handke
traduzione Enrico Filippini
con Daria Deflorian e Pieraldo Girotto
scene e costumi Rita Bucchi
sonoro Dj Rasnoiz
regia Fabrizio Arcuri
una produzione accademia degli artefatti/Area06
in collaborazione con Radio RAI 3
Prima che uno spettacolo è un manifesto: indica contenuti e modi del teatro oggi, su come e cosa si può o si deve comunicare, e sulla condizione attuale del pubblico (borghese). Naturalmente la forza e l’efficacia del testo risentono degli anni trascorsi, ma c’è una vena ironico-polemica che attraversa il testo, e che ha ancora un potere di attrazione molto forte e una possibilità di parlarci in modo vivo e concreto.
Gli attori, come da indicazione dell’autore, si contendono il testo e un megafono e il pubblico. Ma sono alleati e si capisce, e si subisce quest’alleanza come una minaccia.
Prima che uno spettacolo è uno studio, una riflessione esposta e in progress, che in qualche modo interpreta un naturale rifiuto nei confronti del simbolo e della metafora, nei confronti dell’espediente e della verosimiglianza, nei confronti della possibilità stessa di rappresentare.
Nessuna pretesa, non succede nulla e questo nulla non rappresenta nient’altro se non la tortura della parola, di chi la dice e di chi l’ascolta.
“Ho scelto, come da indicazione del testo, di tradurlo in bocca agli attori lasciando che si contendessero le varie parti giacché non esiste una demarcazione tra queste; ho amplificato il gioco di parole intraducibile dal tedesco originato dalla stessa matrice del verbo spiel che accomuna giocare, cantare, recitare, suonare, lasciando che iniziasse un vero e proprio contenzioso tra i due attori e quindi evidenziando un piano privato, in cui i due si altercano contro o a favore di questa o quella questione e un piano rivolto direttamente agli spettatori, utilizzando il megafono.”
Fabrizio Arcuri
Peter Handke (1942), scrittore e drammaturgo austriaco, è ricordato come autore dei romanzi L’angoscia del portiere prima del calcio di rigore (1970) e Falso Movimento (1975), da cui il regista Wim Wenders trae la sceneggiatura per gli omonimi film. Sempre con Wenders, collabora alla sceneggiatura di Il cielo sopra Berlino.
Tra i suoi drammi più rappresentati in Italia, si ricordano Autodiffamazione (1966), L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro (1995) e, appunto, Insulti al pubblico (1966), il suo primo testo teatrale, che l’ha posto da subito all’attenzione di pubblico e critica.
Estratti rassegna stampa
“[…] un continuo via vai, un entrare e uscire, un prendere le distanze, in modo ironico o disperato, dalla possibilità stessa di una rappresentazione.”
Andrea Porcheddu , DelTeatro.it, 26 gennaio 2006
“Un testo teatrale apparentemente datato può ancora servire se opportunamente rinvigorito da un lavoro di riscrittura e messa in scena? Sembra proprio di sì.”
Giulio Castelli, Liberazione, 21 gennaio 2006
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