SOGNO (MA FORSE NO) (2006)
Sogno (ma forse no)
di Luigi Pirandello
con Simonetta Checchia, Rocco Antonio Buccarello
regia Fabrizio Arcuri
assistente Federico Dilirio
produzione Accademia degli Artefatti07 / Numeriprimi
in collaborazione con Teatro del Tempo, Parma
Sogno (ma forse no) è un atto unico del ‘28, poco rappresentato, che Pirandello ha scritto e messo in scena per la prima volta a Lisbona. La grande influenza surrealista del periodo e alcuni temi tipici della sua drammaturgia fanno della piéce un piccolo gioiello di inganni: una moltiplicazione di piani che si intersecano e sviluppano, un groviglio di verità e finzioni. I personaggi sognano accadimenti che noi scopriremo reali, ma con prospettive diverse da quelle reali, tanto da lasciare anche lo spettatore nel dubbio di cosa sia realmente avvenuto e cosa sia invece il frutto di un incubo..
Il testo appartiene a quella categoria di ambientazioni oniriche, tutte interne alla coppia, come Doppio sogno di Schnitzler – nella sua inquietante versione cinematografica di Eyes wide shut – in cui le convenzioni sociali e i valori di una borghesia decadente cedono il passo alle inquietudini dell’uomo contemporaneo, alla continua ricerca di un’idea più completa di identità. I due protagonisti appaiono e scompaiono sulla scena e rincorrono come in un sogno le proprie voci che si propagano come rievocate in uno spazio irreale - ma sarà vero sogno?
“Questo spettacolo di Arcuri sdogana Pirandello dal pirandellismo, con culto di voci, sensi e vacuità”
Rodolfo di Giammarco, la Repubblica, 26 marzo 2007
“Un teatro in cui l’incerto confine tra sogno e realtà si rispecchia e si mescola all’ambigua complessità del rapporto tra verità e finzione”
Valeria Ottolenghi, Gazzetta di Parma, 24 marzo 2007
di Luigi Pirandello
con Simonetta Checchia, Rocco Antonio Buccarello
regia Fabrizio Arcuri
assistente Federico Dilirio
produzione Accademia degli Artefatti07 / Numeriprimi
in collaborazione con Teatro del Tempo, Parma
Sogno (ma forse no) è un atto unico del ‘28, poco rappresentato, che Pirandello ha scritto e messo in scena per la prima volta a Lisbona. La grande influenza surrealista del periodo e alcuni temi tipici della sua drammaturgia fanno della piéce un piccolo gioiello di inganni: una moltiplicazione di piani che si intersecano e sviluppano, un groviglio di verità e finzioni. I personaggi sognano accadimenti che noi scopriremo reali, ma con prospettive diverse da quelle reali, tanto da lasciare anche lo spettatore nel dubbio di cosa sia realmente avvenuto e cosa sia invece il frutto di un incubo..
Il testo appartiene a quella categoria di ambientazioni oniriche, tutte interne alla coppia, come Doppio sogno di Schnitzler – nella sua inquietante versione cinematografica di Eyes wide shut – in cui le convenzioni sociali e i valori di una borghesia decadente cedono il passo alle inquietudini dell’uomo contemporaneo, alla continua ricerca di un’idea più completa di identità. I due protagonisti appaiono e scompaiono sulla scena e rincorrono come in un sogno le proprie voci che si propagano come rievocate in uno spazio irreale - ma sarà vero sogno?
Estratti rassegna stampa
“Questo spettacolo di Arcuri sdogana Pirandello dal pirandellismo, con culto di voci, sensi e vacuità”
Rodolfo di Giammarco, la Repubblica, 26 marzo 2007
“Un teatro in cui l’incerto confine tra sogno e realtà si rispecchia e si mescola all’ambigua complessità del rapporto tra verità e finzione”
Valeria Ottolenghi, Gazzetta di Parma, 24 marzo 2007
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dal 2015 accademia degli artefatti accompagna artisticamente e cura la produzione di altre compagnie ed artisti:
Compagnia FrosiniTimpano
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Michele di Mauro per lo spettacolo Confessione